NOTIZIARIO EU – ISFE n.10, 02 Settembre 2022
Il prezzo del gas è tornato in alto come al momento dello scoppio della guerra in Ucraina: 321,414 euro al megawattora. A fine agosto del 2021 il gas naturale valeva 27,28 euro al megawattora. La corrente elettrica che usiamo per le industrie e le famiglie è salita in Italia a 718 euro/MWh. Tutto aumenta: il diesel supera ancora una volta la benzina. L’impatto dei prezzi si sente in tutta Europa. Molti paesi hanno già iniziato i razionamenti e i tagli ai consumi. In Germania è iniziata una fase di austerità energetica, così come in Italia. La Commissione Ue sta cercando di affrontare la crisi, ma il problema è anche quello di usare tutte le fonti disponibili. In Italia i rigassificatori, secondo il governo, dovranno funzionare in tempi rapidi per non trovarsi in situazioni di grave emergenza. Tutte le forze politiche italiane dovranno esprimersi sui rigassificatori. Chi si opporrà, verrà penalizzato dal buon senso se non dagli elettori. Il governo italiano dovrà trovare risorse per aiutare famiglie e imprese. Si dovranno colpire anche gli extraprofitti delle società che producono energia e, in particolare, proprio le società che producono con l’eolico o con il solare, che fanno i maggiori extraprofitti. Senza un accordo a livello europeo sul tetto al prezzo del gas, le soluzioni autarchiche avranno scarso peso e verranno facilmente aggirate dai prezzi del mercato. Chi, come i 5 stelle , propone soluzioni facili per aggirare i mercati, pecca di astrattezza come quando si opponevano alla Tap in Puglia.
Fonte: “Corriere della Sera”, 30 agosto 2022