NOTIZIARIO EU – ISFE n°3

13 febbraio 2022

Il Presidente Mattarella e l’Europa

Nel suo discorso al Parlamento, dopo il giuramento per il suo secondo mandato, il Presidente Mattarella ha sottolineato il fatto che «l’Italia [si trova] al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa […] Siamo – ha detto – i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale».

Non solo l’Italia, il governo, deve fare la sua parte, ma anche i cittadini. In un passaggio significativo del suo discorso ha incitato l’Italia a presentare idee e progetti per l’Europa nell’auspicio che il grande dibattito sul futuro dell’Europa non sia un grigio passaggio, come purtroppo potrà diventare.

Per questo l’ISFE, che ha resistito a ogni avversità, dalla pandemia all’atonia delle istituzioni fiorentine, sta elaborando un programma di grande impegno. Da un lato preparando, con l’ausilio dei nostri associati, tutti specialisti in vari settori per titoli accademici, ma anche per esperienze di lavoro, una sorta di Decalogo di temi e proposte proprio per il dibattito sul futuro dell’Europa, alla cui piattaforma l’ISFE è già iscritta. Dall’altro l’ISFE sta preparando un corso di aggiornamento per insegnanti sulle Istituzioni e sulla Cittadinanza europee, della cui necessità nessuno può dubitare. Infine l’ISFE sta organizzando un ciclo di conferenze, che partirà in primavera. Sempre sui temi europei.

Il programma Next Generation Eu. Avvertenza per i politici

Il programma NG-Eu andrà realizzato tra il 2021 e il 2026. I Piani nazionali sono organizzati sulla base di riforme e obbiettivi scadenzati nel tempo. L’erogazione dei fondi è sottoposta alla verifica dei risultati raggiunti in base ai singoli Piani nazionali di ripresa e resilienza. Tutti i Piani nazionali prevedono riforme nei singoli settori come la scuola, la pubblica amministrazione, la giustizia oppure la riforma fiscale e quella del mercato del lavoro.

La Commissione Europea, attraverso il parere dell’apposito Comitato economico-finanziario, potrà proporre al Consiglio dell’Economia e della Finanza (Ecofin), che delibererà a maggioranza qualificata l’erogazione o meno dei fondi. Si tenga presente che, proprio per le sue condizioni economiche e finanziarie, l’Italia ha ricevuto la cifra più alta dei fondi previsti; la stabilità politica del governo italiano e la sua affidabilità internazionale saranno una condizione essenziale.

Finché ci pensa Draghi saremo in buone mani, ma dopo le elezioni politiche, previste nella primavera del 2023, non sappiamo cosa accadrà. Il Presidente Mattarella avrà un bel daffare.

 Il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e il Patto di     stabilità Ue

Antonio Patuelli, come il Presidente Sergio Mattarella, da poco riconfermato come Presidente dell’ABI, ha posto con grande chiarezza l’esigenza di riformare il Patto di stabilità Ue. «Il Patto di stabilità dovrà diventare un patto di crescita e poi di stabilità» ha dichiarato al “Sole 24 ore” (6 febbraio 2022). Solo con la crescita si potrà rilanciare l’economia dei paesi europei.

«Il 2022 – ha detto Patuelli – sarà decisivo: prima il recepimento senza forzature di Basilea 3+ sui requisiti patrimoniali per le banche, poi la revisione del Patto di stabilità. Una volta che quest’ultimo sarà stato modificato, anche il percorso per il completamento dell’Unione bancaria europea sarà più semplice». Patuelli si è dichiarato preoccupato per la situazione economica:

«Nonostante il 6,5% di incremento del PIL nel 2021 […] nel 2022 un imprevisto prolungamento della pandemia [si somma] ad una emergenza di carattere energetico, che non sussisteva nei primi mesi dello scorso anno. L’emergenza energetica – per Patuelli – è frutto di dinamiche geopolitiche internazionali, ma anche della spinta legata alla ripresa economica». Per Patuelli il rincaro dei costi energetici rappresenta anche la punta dell’iceberg dei problemi irrisolti da decenni di carenze di strategie energetiche e di eccesso di dipendenza dalle forniture energetiche dall’estero.

Quanto all’Unione bancaria europea bisognerà riprendere gli accordi di Basilea 3+ e renderli operativi. Secondo Patuelli, dopo 30 anni di vita, il Trattato di Maastricht avrebbe bisogno di una verifica, specialmente dopo la svolta imposta dal Green Deal e i Pnnr.

Revisione del Patto di stabilità  e Unione bancaria dovrebbero marciare insieme. Il Presidente Patuelli è stato più chiaro di molti politici fermi al pollaio di casa propria.

Tassonomia: la proposta della Commissione europea

Dopo una discussione che va avanti da un anno, la Commissione europea ha presentato agli Stati aderenti una proposta in base alla quale le centrali nucleari e a gas naturale potrebbero rientrare come «soluzioni transitorie» nella tassonomia verde, che dovrebbe favorire gli investimenti e l’accesso ai fondi europei.

Le nuove centrali nucleari (sino al 2045) dovranno disporre di un piano per lo smaltimento sicuro delle scorie. Mentre le centrali a gas dovranno sostituire impianti più inquinanti e non potranno essere autorizzate dopo il 2030. Entro il 2035 dovranno essere riconvertite per essere alimentate ad idrogeno. Idrogeno di cui, per ora, si parla, ma con pochi reali risultati.

La proposta ha sollevato le critiche dei verdi, che continuano a sostenere solo le rinnovabili, senza valutarne i limiti e i costi anche per il paesaggio. Proprio nel momento in cui la crisi dell’Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia dimostrano che Putin può ricattare l’Europa a causa della dipendenza della Ue, e specialmente dell’Italia e della Germania, dal gas russo.

In tutto questo l’Italia ha tenuto un profilo basso, molto basso, visto che i 5Stelle e il PD, ma anche altre piccole forze, sono contrarie al nucleare. Il problema di fondo resta quello di non avere un piano energetico nazionale e di essere dipendenti per oltre il 40% da fondi esterni. La realtà, in questi casi, conta, anche se per alcuni contano di più i desideri e i sogni.

 La crisi Russia-Ucraina

L’escalation della tensione tra Russia e Ucraina preoccupa l’Occidente e, ancor di più, l’Unione europea. Putin vuole conservare la sua influenza su un’ex repubblica sovietica, con cui condivide oltre 1.500 km di confine e da cui transita oltre il 40% del gas russo destinato all’Europa. In più la penisola di Crimea ha da sempre un valore strategico per la Russia, che vi ha concentrato le sue basi nucleari.

Di recente Putin ha lanciato un gigantesco piano di investimenti per modernizzare le sue infrastrutture energetiche. Nello stesso tempo ha coltivato rapporti intensi con la Cina, che assorbe il 20,5% dell’export russo di combustibili fossili. Si tenga presente che Putin ha già provato a dare una stretta al rubinetto del gas, con le conseguenze che vediamo sui prezzi dell’energia. La crisi rischia di consolidare l’asse Mosca-Pechino, che preoccupa gli Usa, ma anche la Ue.

I rincari energetici e delle materie prime incidono sul PIL

Lo si è visto in Germania con un calo del PIL, ma, ora, il Centro studi di Confindustria certifica che anche in Italia a gennaio 2022 la produzione è diminuita dell’1,3%. Già a dicembre si segnalava un -0,7%. L’andamento della produzione industriale di fine 2021 e inizio 2022 segnala le gravi difficoltà delle imprese per il caro energia e, ancor più, per quello delle materie prime.

Per le famiglie il caro energia sarà pesante e, ancor di più, per i conti pubblici, visto che si prepara l’ennesimo stanziamento per fronteggiare il caro bollette. Per famiglie e imprese verranno impegnati altri quattro miliardi. Già si parla di incrementare la cifra sino a sette miliardi. Il timore è che questo comporti uno scostamento di bilancio che aumenterebbe il deficit.

Si utilizzerà il “tesoretto” derivato dalla maggiore crescita del PIL nel 2021. E dopo?

Un grande esperimento: l’energia da fusione nucleare (pulita)

Una delle risposte più serie alla ideologia che si oppone alla ricerca nucleare viene dall’esperimento del reattore Jet in Gran Bretagna. L’esperimento del Jet – come spiega Paola Batistoni, responsabile della divisione della fusione nucleare dell’Enea che ha partecipato alla ricerca – dimostra che «possiamo controllare una produzione di energia sicura, con basso impatto di CO2 e stabile».

Il risultato, frutto di decenni di ricerche, è stato comunicato dal consorzio Eurofusion, ma ha visto la partecipazione diretta, oltre che dell’Enea, anche del Cnr e di molte altre istituzioni. Il progetto di ricerca andrà ancora avanti e si svilupperà nel centro di ricerca sulla fusione, che è altra cosa della fissione, in corso di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia.

Il progetto per produrre energia pulita è sostenuto da Unione europea, Stati Uniti, Russia, India, Giappone, Corea del Sud e Cina. Un grande passo nel lungo cammino della ricerca.

Un sondaggio di Eurobarometro: due terzi pro Europa

Due terzi dei cittadini europei ritengono che l’appartenenza alla Ue sia vantaggiosa per il proprio paese. Gli euroscettici “duri e puri” sono scesi al 4%. Il 21% resta critico, ma potrebbe cambiare idea se Bruxelles funzionasse meglio. La decisione con cui l’Unione europea ha contrastato la pandemia Covid19 e le sue conseguenze economiche e sociali, più le risorse messe in campo dal Next Generation Eu hanno aumentato i consensi per l’Europa.

Il sondaggio, reso noto dal Parlamento europeo, rivela anche tutta una serie di preoccupazioni. Per questo abbiamo deciso di allegare al “Notiziario” un importante editoriale di Angelo Panebianco uscito sul “Corriere della Sera” il 9 febbraio 2022.