NOTIZIARIO EU – ISFE n.9

29 Luglio 2022

Putin e l’eterogenesi dei fini 

Gli obiettivi di Putin erano più di uno. Il primo era quello di creare un governo fantoccio a Kiev ed invece ha trovato una resistenza indomabile nel popolo ucraino. Il secondo era quello di disgregare l’Unione europea e mettere in tensione la NATO ed invece la NATO ha ritrovato la sua vitalità anche nello scacchiere europeo, dove persino due paesi “neutrali” hanno deciso di entrare nell’Alleanza. Persino polacchi e ungheresi, alla fine, si sono ritrovati sulla linea europea nei confronti di Mosca. Ma la partita è ancora lunga e la Russia ha sempre avuto degli abili giocatori di scacchi.
La situazione europea e internazionale è carica di problemi non solo dovuti alla guerra, ma ai riflessi economici e sociali, che richiedono un decisivo rafforzamento dell’Unione europea. La ricetta è nota ed è quella sostenuta dall’ISFE fin dalla sua nascita, a Firenze, nel 2020. Andrà superato il vincolo dell’unanimità con l’introduzione del voto a maggioranza. Occorrerà una politica estera comune e una vera difesa europea, che dia sicurezza agli Stati membri e sia in grado di fronteggiare le minacce internazionali. Dopotutto Putin e i suoi alleati europei, consapevoli o no, vogliono la crisi della Ue. 

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Il governo Draghi e il contesto internazionale 

Il governo Draghi era il sesto governo a partire dal 2013. Sei governi in nove anni sono troppi per i tempi che viviamo. Tempi che richiedono scelte gravi e decisioni per affrontare questioni ancor più gravi come la crisi economica, la guerra in Ucraina, la pandemia e, infine, un virus ancor più terribile come l’inflazione.
Con Draghi l’Italia ha trovato il leader in grado di guidare non solo l’Italia, ma l’Europa, con autorevolezza e impegno ad alto livello. “Con il governo Draghi – ha scritto Sergio Fabbrini sul “Sole 24 ore” (17 luglio 2022) – l’Italia è diventata il perno dell’alleanza europea e transatlantica”. Ora le forze politiche, che hanno prima sfiancato e poi costretto Draghi a rimettere il suo mandato, dovranno, comunque vadano le elezioni di settembre, fare i conti con un paese alle corde, sotto il peso della pandemia, dell’inflazione e della crisi economica e sociale. Più una situazione internazionale gravida di problemi e minacce. Draghi era una garanzia, insieme con il Presidente della Repubblica Mattarella, che resta il vero pilastro della situazione politico-istituzionale italiana. A settembre si vedrà se gli italiani giocheranno ancora sul tanto peggio tanto meglio o cercheranno di usare il potere del voto per penalizzare coloro che hanno anteposto i calcoli ai problemi del paese. Un paese con un debito pubblico che sfiora il 150% del PIL e che non può fare a meno della protezione offerta dalla BCE e dai Piani europei. Chi non lo calcola mente a sé stesso e agli italiani 

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Dimmi con chi stai e dove andrai in Europa 

Alcuni partiti italiani sono nel Parlamento europeo in raggruppamenti diversi. Due forze del centro-destra, come Fratelli d’Italia e Lega, si trovano in due raggruppamenti diversi: Giorgia Meloni è la Presidente dei Riformisti e conservatori, la cui componente più importante è rappresentata dall’attuale partito di governo polacco, PIS, che è radicalmente antiputiniano, ma è stato sottoposto ad alcune procedure per infrazione a dei principi dello stato di diritto dei trattati europei. Mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, si ritrova insieme con Marine Le Pen di Rassemblement National e con Alice Weidel di Alternative für Deutschland, partiti nazionalisti che guardano con qualche simpatia al partito di Putin, Russia Unita.
Cosa faranno se vinceranno in Italia nessuno lo può sapere, ma in Europa dovranno fare i conti con le loro divisioni. 

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Prima del voto del 25 settembre: il governo Draghi-Mattarella 

Bisognerà assicurare al paese la continuità dell’azione del governo nel fronteggiare le emergenze: l’inflazione, la pandemia, la guerra e gli impegni per il Pnrr. Nei passaggi con cui il Presidente ha annunciato lo scioglimento delle Camere si è invitato il governo ad andare avanti. In questo Draghi ha chiesto a tutti i ministri di accelerare l’iter dei provvedimenti legati ai finanziamenti europei. Nello stesso tempo lo stesso Draghi sta seguendo personalmente la stesura del prossimo decreto Aiuti per il quale è stata prevista una serie di incontri con le parti sociali. Tutto questo potrà almeno ridurre le preoccupazioni degli italiani, che vivono questa crisi come un attentato alla sacralità delle “ferie”. 

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Un’inchiesta di European Alternatives e dell’Istituto Universitario Europeo sui “movimenti informali” 

L’inchiesta è importante, ma la valutazione finale è lievemente ottimistica. Per movimenti informali si intendono, ad esempio, “i gilet gialli” o i seguaci di Greta Thunberg. Proteste e movimenti radicali, informali, reticolari, supportati dalla rete e dai social, e poi approdati nelle piazze. Il caso italiano dei 5Stelle è esemplare perché avrebbe “rimodellato la politica” . Di quale modello si tratti non lo hanno capito gli stessi italiani e forse nemmeno i relatori del rapporto. Si scrive che proprio queste reti potrebbero implementare o sostituire i vari organismi associativi tradizionali: sindacati, partiti ecc.
Nel commentare il rapporto si scrive che questi movimenti sono presenti a destra come a sinistra. Poi si segnala un indebolimento delle formazioni politiche tradizionali. Forse, come si commenta, questi movimenti rappresentano “un impulso per la democrazia”. È lecito dubitare. Almeno guardando il caso italiano dei 5Stelle e forse anche il caso francese. L’unico dato certo è che segnalano la crisi della democrazia e il grande peso che i media danno ai movimenti al di là della loro consistenza e più che altro del merito. 

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Un rapporto del Censis e di Windtre sul valore sociale della connettività 

Il rapporto conferma la paura degli italiani verso le minacce della rete. Il 56,6% della popolazione teme i rischi per la sicurezza in occasione di acquisti online; il 34,7% vede conseguenze negative per i minori nell’accesso alle informazioni in rete; il 22% vede rischi per la presenza di odiatori seriali. Il vero problema sta nell’interrogativo se il progresso tecnologico spinto stia accrescendo i diritti oppure stia allargando i divari sociali e la stessa democrazia. 

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La politica monetaria europea e l’Italia 

La recente decisione della BCE di accelerare il rialzo dei tassi di interesse nominali rispetto alle attese, per frenare la riduzione dei tassi reali provocata dall’inflazione, è il segno che la situazione sta cambiando e così anche il quadro di riferimento per la nostra politica di bilancio. L’istituzione del Tpi (Transmission Protection Instrument), lo scudo anti-spread, diretto ad evitare attacchi speculativi sui titoli pubblici dei paesi dell’Eurozona, è importante specialmente per un paese che ha un debito pubblico altissimo come l’Italia. I partiti che hanno provocato la crisi del governo Draghi dovranno, però, ricordare che lo “scudo” coprirà solo i paesi che presentino bilanci in linea con le raccomandazioni europee e assenza di squilibri macroeconomici. I protagonisti delle elezioni sono avvertiti, ma i cittadini italiani devono essere informati. È questo che noi faremo. 

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