Notiziario Eu-ISFE n.4/2024

12 aprile 2024

Il caso è stato segnalato dai servizi segreti di Praga e dal premier belga Alexander De Croo. La rete corruttiva scoperta a Praga sarebbe stata smantellata, almeno così ha dichiarato il primo ministro ceco Petr Fiala. La Presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, ha fatto sapere che sta esaminando i casi sospetti.

Una volta l’oro di Mosca andava ai partiti comunisti, ma oggi può andare anche all’estrema destra. Pur di indebolire l’Unione europea.

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Il 31 marzo di quest’anno, dopo anni di attesa, Bulgaria e Romania sono entrate a far parte dell’area Schengen. Non ci sarà più bisogno per i romeni e i bulgari di controlli amministrativi per andare nei paesi come la Francia e l’Italia che sono ancora mete appetibili. I controlli dei documenti rimangono solo sulle frontiere terrestri, perché il governo austriaco teme una vera e propria invasione di migranti irregolari. Una preoccupazione molto sentita anche in altri paesi dell’Unione. Nessuno può dimenticare che l’affossamento della “costituzione europea” nel 2005 fu dovuto a queste stesse preoccupazioni. E questo vuol dire che l’Unione europea deve affrontare insieme il problema dell’immigrazione sia quella proveniente dal Mediterraneo, prevalentemente dai paesi africani, sia quella proveniente dalla rotta orientale.

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Si dice, ed è vero, che l’Alleanza Atlantica, che ormai data 75 anni di vita, sia una solida realtà che viene dalla storia della tragedia della seconda guerra mondiale, che divise il continente con la “cortina di ferro”. In effetti l’Alleanza Atlantica fu istituita per difendere l’Europa occidentale dalla minaccia sovietica.

Oggi, come vediamo, l’Alleanza Atlantica si allarga a nuovi paesi che ne erano rimasti fuori, ma è indubbio che sta attraversando un momento difficile per via della guerra in Ucraina, aggredita dalla Russia di Putin.

Purtroppo la guerra, come dimostra il conflitto terribile fra Israele e Hamas, ma anche la sessantina di conflitti sparsi per il mondo, non si può cancellare con la buona volontà e con la pura predicazione della pace. Purtroppo non esistono “guerre sante”, ma per alcuni si può sempre fare guerra in nome di Dio. Non a caso sia Putin che i terroristi islamici evocano il loro Dio. In questo senso ha ragione l’attuale Papa quando dice che: “in nome di nessun Dio si può dichiarare santa una guerra”.

La NATO, come ci dicono i documenti, è finanziata dai paesi membri e la quota prevista per ognuno sarebbe il 2% del PIL. Tuttavia solo 11 paesi su 31 rispettano questa quota. La Polonia spende più di tutti con il 3,9% del PIL; l’Italia versa appena l’1,5%, ma come la Germania, che ha già investito in armamenti una cifra notevole, si dovrà adeguare. Nel 2002 nel vertice della NATO,  riunito a Madrid, fu approvato un piano per difendere il fianco est dell’Europa. Si prevedeva di schierare 300.000 soldati. Centomila di questi sono già in Polonia. Quello che occorrerebbe non è solo la indispensabile forza di deterrenza, ma anche una robusta e autorevole azione diplomatica per fermare la guerra. Se non altro perché senza una forte azione politica, la guerra si autoalimenta e crea una spirale infernale. L’Unione europea non ha una forza di sicurezza autonoma, ma sarebbe il caso che desse alla NATO una dimensione politica e diplomatica all’altezza della sua storia.

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Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva un nuovo Patto per la migrazione e l’asilo. Il Patto è basato su nove proposte di legge. Prima di entrare in vigore dovrà essere votato dal Consiglio Ue entro la fine del mese di aprile del 2024. Una volta approvate dal Consiglio le leggi entreranno in vigore dopo essere state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Ue. L’applicazione di queste norme è prevista dopo due anni. Questo sarà anche il tempo necessario per introdurre le modifiche e gli adeguamenti necessari nelle leggi sulle condizioni di accoglienza degli Stati membri.
Il commento della Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, esprime soddisfazione dopo tanti anni di attesa e di “sospensione” di fatto del regolamento di Dublino entrato in vigore nel 2014. La Presidente del Parlamento ha dichiarato che si tratta di una “legislazione che garantisce la sicurezza delle nostre frontiere, che è umana e giusta con chi ha bisogno di protezione, ferma con coloro che non vi hanno diritto e risoluta nei confronti dei trafficanti che sfruttano i più vulnerabili”. “Questo pacchetto – ha concluso la Presidente – rappresenta un importante passo avanti. Non risolverà magicamente ogni problema da un giorno ad un altro, ma si tratta di dieci passi da gigante rispetto ai piccoli passi degli ultimi dieci anni. Semplificherà le procedure. Ridurrà le lungaggini delle procedure di domanda. Aumenterà il coordinamento di tutti gli attori sul campo. E, in ultima analisi, garantirà che coloro che hanno bisogno disperato, urgente e legittimo di protezione possano ottenerla e ottenerla rapidamente”.
In effetti l’approvazione del Patto da parte del Parlamento europeo è stata un successo in parte inaspettato. In primo luogo perché il gruppo socialista ha votato a favore con l’eccezione dei rappresentanti del PD. Socialisti, popolari e liberali hanno annunciato il loro sostegno. I “no” sono venuti dal PD, Verdi, Sinistra, M5S e l’estrema destra, ma anche dalla Lega e dalla delegazione polacca del PPE e dalla delegazione francese contraria all’intesa in chiave anti-Macron e anti-Meloni.
Fratelli d’Italia, infatti, quasi per intero, ha votato a favore in linea con il Ppe. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, deludendo la Lega, plaude all’accordo e parla di superamento del regolamento di Dublino. Secondo Piantedosi il Patto accoglie molte esigenze dell’Italia e per questo rappresenta “il miglior compromesso possibile”. La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lo considera un’intesa storica.
Intanto non sono mancati i contestatori che in aula hanno gridato: “Il Patto uccide, votate no”, come ha fatto la ONG intitolata “Abolish Frontex”.
Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, gli elettori potranno esprimersi su questioni cruciali che, ormai, riguardano tutti i 27 paesi della Ue. La questione migratoria, come quella della sicurezza e dei piani verdi, è una di queste.