Notiziario Eu-ISFE n.1/2023

14 gennaio 2023

L’Unione europea, l’Italia, l’immigrazione e altro ancora

La Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, si è incontrata con la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ufficialmente si parla di piena sintonia sugli aggiustamenti al PNRR e sulle migrazioni.

Sugli sbarchi la Presidente della Commissione ha assicurato il sostegno all’Italia, ma ricordando che le decisioni spettano ai governi, che, come è noto, sono in maggioranza contrari ai flussi incontrollati. Tutto è rimandato al Consiglio europeo del 9-10 febbraio. L’Italia chiede una redistribuzione degli arrivi in Europa e in questo senso presenterà un piano. L’Italia chiederà di concentrare gli sforzi per contrastare le cause sociali dell’emigrazione e per prevenire le partenze. C’è la necessità di contrastare i trafficanti dell’emigrazione e di accogliere coloro che hanno effettivamente diritto alla protezione internazionale. Puro buon senso, ma chi vivrà vedrà.

Sul PNRR la Presidente della Commissione ha manifestato “apprezzamento” per il lavoro svolto dal governo italiano. Bisognerà, però, che i paesi aderenti all’Euro, ormai venti con la Croazia, facciano pressioni congiunte per coordinare la politica monetaria (BCE) e quella fiscale. Per l’Italia sarebbe importante, visto il peso del debito pubblico, evitare ulteriori rialzi dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.

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Il MES e la ratifica dell’Italia

Con molte resistenze si va verso la ratifica del MES dopo l’incontro fra il ministro Giorgetti e Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo.

Giulio Tremonti, presidente della Commissione Esteri del Senato, ha dichiarato che il MES andrà ratificato, come hanno fatto gli altri paesi, “ma trasformato in base per gli investimenti finanziati da Eurobond”. Cioè bisognerà utilizzare il MES per assorbire i titoli di Stato venduti dalla BCE. Per ora l’Italia è l’unico paese in Europa a non aver ratificato il MES.

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Riformare i trattati per difendere la democrazia

Presentando a Roma il libro di David Sassoli, La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa, l’ex premier e l’ex Presidente della Commissione europea Romano Prodi ha dichiarato che “con l’unanimità  non si può più procedere, è antidemocratico, trasforma ogni nano in un gigante”.

Secondo Prodi, che parlava alla presenza della von der Leyen e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui ex Presidente del Parlamento europeo, occorrerà procedere come avvenne con l’Euro e cioè legittimare un’Europa a due velocità. Con un nucleo forte in grado di prendere decisioni su temi cruciali, come la difesa e la politica estera, così come richiedono i momenti drammatici che stiamo vivendo.

Purtroppo sull’Europarlamento aleggia lo scandalo del cosiddetto “Qatargate”, in cui sono coinvolti esponenti di sinistra, italiani e greci. Tajani, tuttavia, ha detto che la “la difesa delle istituzioni non è né di destra né di sinistra, ma dovere di tutti”. In Europa, come in America, con riferimento a ciò che sta accadendo a Brasilia.

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Gentiloni e il Fondo sovrano europeo

Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, lavora per una risposta unitaria europea alla politica di incentivi all’industria americana del Presidente Biden con l’Inflation Reduction Act.

L’idea di un Fondo sovrano europeo per contrastare questa sfida era stata proposta dalla Presidente della Commissione von der Leyen, ma aveva incontrato resistenze da più parti. Gentiloni si è impegnato a trovare un accordo su una questione che rischia di creare gravi divisioni fra i paesi europei in un momento delicato della storia delle relazioni internazionali e del rapporto con gli USA.